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Patologie Spalla

Artroprotesi inversa della spalla

L’artroprotesi inversa è stata ideata per curare le lesioni della cuffia dei rotator non riparabili chirurgicamente. Questo tipo di chirurgia fu inventato nel 1985 in Francia e successivamente fu esportato anche negli Stati Uniti dove fu inizialmente utilizzata circa 20 anni dopo, nei primi anni 2000. In questi pazienti, nei quali la cuffia dei rotatori è irreparabile, la sostituzione della spalla con una protesi anatomica tradizionale non è in grado di migliorare la funzione e il dolore. Molti pazienti con una rottura ampia dei tendini della cuffia dei rotatori della spalla sviluppano una cosiddetta “artropatia da rottura di cuffia” e la protesi inversa di spalla può compensare il deficit funzionale e ridurre o risolvere la sintomatologia dolorosa.

Artrosi della spalla

Si tratta di un condizione degenerativa della spalla caratterizzata da una progressiva usura sia meccanica che biochimica della cartilagine articolare, delle ossa che compongono l’articolazione e della capsula articolare che avvolge l’articolazione. Man mano che l’articolazione si usura le superfici articolari si assottigliano deformandosi con conseguente dolore e limitazione del movimento. 
Vi sono dei fattori di rischio per l’insorgenza di una artrosi della spalla. Tra questi si riconoscono l’età, le caratteristiche genetiche, il sesso femminile, il peso corporeo, le infezioni dell’articolazione, le precedenti lussazioni della spalla, i traumi, le attività lavorative pesanti, le attività sportive che richiedono l’uso intenso del braccio (pallavolo, tennis ecc.).
Non esistono cure per l’artrosi, tuttavia vi sono diversi trattamenti che possono alleviare il dolore e conservare o migliorare il movimento oltre che rallentarne l'evoluzione.

Calcificazioni della spalla (Tendinite calcifica)

Le calcificazioni della spalla possono interessare tutti i tendini della cuffia dei rotatori. Si tratta di depositi di cristalli di idrossiapatite (calcio fosfato) all'interno del tendine. Il tendine del sovraspinato è quello che più frequentemente è interessato da questa patologia. In minor misura, decrescente, sono interessati gli altri tendini: il sottospinato, il piccolo rotondo ed il sottoscapolare. 

Le calcificazioni si osservano più frequentemente in soggetti tra i 30 e i 50 anni di età e con una modesta prevalenza nelle donne e per la spalla destra. Tuttavia, dal 15% al 50% circa dei casi,  la patologia può interessare entrambe le spalle. Pertanto è lecito attendersi che la sintomatologia insorta a carico di una spalla si possa presentare, in periodi successivi, anche all'altra.

 

 

 

 

L’uso di cellule staminali per la cura dell’artrosi e delle lesioni cartilaginee.

Cartilagine

Tutti noi cerchiamo di combattere la nostra battaglia contro il passare del tempo e l’inevitabile invecchiamento. Tutti cerchiamo di mantenerci attivi e in salute e soprattutto liberi dal dolore. Cerchiamo di continuare a fare le cose che ci piacciono come camminare, correre, muoverci liberamente, lavorare, tutte attività che richiedono delle articolazioni sane e per questo dobbiamo lottare contro l’invecchiamento della cartilagine delle nostre articolazioni.
Alcune persone sono in grado di svolgere attività fisiche ed essere molto attive fino all’età avanzata. Molti corrono le maratone, vanno in bicicletta fanno camminate in montagna, mentre le nostre articolazioni non ce lo consentono.
Ci sono molti pazienti che giungono alla nostra osservazione clinica in età giovanile o di mezza età che hanno subito delle lesioni articolari e sono preoccupati per le possibili implicazioni future di queste lesioni e quindi sulla capacità di continuare nel tempo le loro attività.
La cartilagine articolare ha capacità limitate di guarigione e rigenerazione. Per questa ragione la scienza è alla continua ricerca di soluzioni. Tra queste vi sono le cellule staminali.
La cartilagine è un tessuto connettivo dell’organismo. Nelle articolazioni ci si riferisce comunemente a quello strato di cartilagine che rappresenta un rivestimento liscio dell’osso, detta appunto cartilagine articolare o cartilagine ialina per la somiglianza con il vetro.
La cartilagine che riveste le articolazioni è estremamente solida e ha le caratteristiche di comprimersi per assorbire l’energia e quindi i carichi articolari. Oltre ad essere robusta è moto liscia e “scivolosa” per consentire all’articolazione di muoversi, quindi di “scivolare”, senza resistenze lungo tutto l’arco di movimento.
Quando la cartilagine articolare viene danneggiata questa superficie liscia può venire a mancare.
Nei traumi articolari una forza violenta applicata all’articolazione può determinare la lesione della cartilagine o la sua avulsione con conseguente esposizione dell’osso al di sotto di essa. Nel caso dell’artrosi la cartilagine che riveste l’osso può assottigliarsi e divenire irregolare. Ne consegue che, con il degenerare della superficie liscia e scorrevole, il movimento articolare diviene dolente e meno fluido. L’articolazione può gonfiarsi e infiammarsi creando problemi per le normali attività.
Oggi vi sono diversi trattamenti per questa condizione patologica della cartilagine, ma questi sono rivolti solo a ridurre i sintomi, cercando di rendere la cartilagine più liscia come si fa ad esempio con gli strumenti dell’artroscopia oppure sostituendo l’articolazione con una protesi.

Riabilitazione della spalla

La riabilitazione della spalla consente di recuperare il movimento perduto a causa di diverse patologie (rottura della cuffia dei rotatori, spalla congelata, lussazioni, ecc.) o dopo un trattamento chirurgico. 

Molte patologie della spalla migliorano con esercizi specifici e possono evitare l'intervento chirurgico.

Dopo un intervento chirurgico la riabilitazione è fondamentale per ottenere i risultati migliori. I tempi possono essere lunghi e quindi è richiesta una disposizione del paziente ad ascoltare e seguire i consigli del medico e del Terapista della Riabilitazione. 

La riabilitazione della spalla è certamente più complessa della riabilitazione dell'anca e del ginocchio che hanno movimenti più limitati.

Ad un periodo iniziale, durante il quale si cerca di recuperare il movimento dell'articolazione, segue un periodo di rinforzo della muscolatura della spalla.

Nei casi nei quali la sintomatologia può essere conseguenza di uno squilibrio muscolare questo deve essere corretto attraverso specifici esercizi di rinforzo.

Si tratta sempre di esercizi progressivi che devono essere svolti a casa e più volte al giorno, con controlli periodici di un terapista.

Gli esercizi eseguiti solo con il terapista non sono sufficienti ad ottenere risultati soddisfacenti. Poiché non è possibile recarsi presso un ambulatorio tutti i giorni e più volte al giorno, è indispensabile imparare ed eseguire gli esercizi in autonomia.

Se è presente una rigidità articolare con riduzione dei movimenti sia per una patologia acuta o cronica, sia dopo un intervento chirurgico, questa deve essere curata prima di effettuare il rinforzo muscolare.

Pertanto, prima si recupera il movimento e solo dopo aver ottenuto un movimento completo, si può intraprendere un percorso riabilitativo per il rinforzo muscolare.

Rinforzare la muscolatura prima di aver ottenuto un buon movimento può ridurre le possibilità di migliorare l'escursione articolare. 

Se questo avviene, i movimenti della spalla non saranno fluidi e completi, costringendo così l'articolazione a compiere movimenti sbagliati.

In molti casi, dopo un iniziale periodo di esercizi "a secco", si possono ottenere ulteriori miglioramenti con la riabilitazione in acqua seguita da un terapista specializzato. Gli esercizi eseguiti in assenza di gravità, come avviene in piscina, consentono di ridurre il dolore durante il movimento.

 

 

Rottura della cuffia dei rotatori

La rottura della cuffia dei rotatori è una patologa piuttosto comune che causa dolore, limitazioni dei movimenti e riduzione della forza della spalla. Questi sintomi possono limitare le attività quotidiane, lavorative e sportive e spesso possono disturbare il normale riposo notturno.

 

Spalla congelata (capsulite adesiva, frozen shoulder)

È una patologia che interessa prevalentemente l’età tra i 40 e i 60 anni ed colpisce circa il 2% della popolazione. Si riscontra più frequentemente nelle donne. Clinicamente la spalla è dolente e progressivamente i suoi movimenti tendono a ridursi nel tempo anche in breve tempo. In alcuni casi la spalla si blocca del tutto a livello della articolazione scapolo-omerale e i suoi movimenti possono avvenire solo tra la scapola e il torace (articolazione scapolo-toracica), consentendo un'elevazione anteriore di circa 90°.

 

 

Trattamento delle pseudoartrosi (mancata guarigione di una frattura) con cellule staminali

Le sostanze “ortobiologiche” sono un insieme di sostanze impiegate dagli ortopedici per accelerare la guarigione di varie lesioni ossee, muscolari e legamentose. Si tratta di sostanze che sono presenti nell’organismo e che, se usate in concentrazioni più elevate, possono aiutare i processi di guarigione.

Dott. Andrea Miti
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