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Patologie Gomito

Artroprotesi del Gomito

La protesi totale di gomito è un intervento che inizialmente veniva eseguito con maggior frequenza nei paesi del Nord Europa e degli Stati Uniti in pazienti affetti da artrite reumatoide. Si calcola che negli Stati Uniti, dal 2007 al 2011, vi sia stato un incremento di questi interventi di circa 600-700 all'anno.

Attualmente vi è un incremento delle protesi di gomito per le fratture del gomito in pazienti osteoporotici e negli esiti traumatici, mentre vi è una riduzione degli interventi per l'artrite reumatoide grazie ai migliori risultati ottenuti in questa patologia da nuovi farmaci immessi sul mercato.

È certamente un intervento meno frequente rispetto alle protesi di anca e di ginocchio e viene eseguito in genere presso centri specializzati nella chirurgia del gomito dove il numero di protesi impiantate va dalle 10 alle 15 all'anno per chirurgo. 

Epicondilite (Gomito del tennista)

L’epicondilite è una patologia caratterizzata da intenso dolore localizzato alla parte laterale del gomito. Il dolore insorge a seguito di attività ripetitive. Anche se è denominata “gomito del tennista” solo il 5% dei casi è correlata a questo sport e  interessa soprattutto soggetti che non praticano il tennis, ma svolgono altre attività sportive oppure sono soggetti sedentari. L’epicondilite si manifesta prevalentemente in persone tra i 30 e 50 anni ed in particolare nel 10% delle donne tra i 42 e 46 anni e che svolgono attività che sollecitano frequentemente i muscoli dell’avambraccio. Sono a rischio gli sportivi occasionali e quindi poco allenati o con scarsa tecnica per quel tipo di attività sportiva. Anche diverse attività lavorative possono essere correlate all'epicondilite. Pittori, idraulici, meccanici, cuochi, macellai sono più a rischio rispetto ad altri lavoratori a causa del tipo di movimenti ripetitivi del gomito necessari per svolgere l’attività. In alcuni casi tuttavia non è possibile individuare una esatta causa della malattia. 

Anche i modesti traumi alla parte laterale del gomito possono rappresentare una causa di epicondilite. Ma la causa principale è un uso eccessivo e ripetitivo del gomito e dell’avambraccio come, ad esempio, le attività che richiedono movimenti ripetitivi: usare un cacciavite, potare una siepe, imbiancare una parete, usare chiavi inglesi, mescolare alimenti, sollevare pesi. Si tratta di una condizione infiammatoria dei muscoli estensori del polso e della mano che si inseriscono sull’epicondilo dell’omero. 

Fratture dell'omero distale

Le fratture dell'omero distale interessano la parte superiore del gomito, quella porzione dell'osso del braccio che si articola con le ossa dell'avambraccio. Le fratture di questa porzione di omero si possono estendere verso la spalla da pochi centimetri a oltre dieci centimetri. Queste fratture possono interessare l'articolazione o la porzione di osso subito al di sopra di essa, senza coinvolgerla.

Si tratta di fratture non comuni che rappresentano il 2% di tutte le fratture degli adulti. Spesso sono fratture molto complesse che richiedono trattamenti chirurgici altrettanto complessi e difficili per ricostruire le superfici dell'articolazione e permettere la ripresa del movimento.

La maggior parte di queste fratture richiede il trattamento chirurgico, a parte quei casi nei quali le condizioni generali del paziente non lo consentano. Lo scopo del trattamento  di queste fratture è la precisa ricostruzione delle superfici articolari, la stabilità della sintesi con particolari placche e viti e quindi la possibilità di muovere l'articolazione fin dal primo giorno dopo l'intervento.

In casi particolari, quando l'osso è fragile come nei pazienti anziani e quindi non consente una buona tenuta delle viti o quando l'articolazione non è ricostruibile in alcun modo anche nei giovani, è possibile ricorrere alla sostituzione del gomito con una protesi.  

 

 

Instabilità cronica e ricorrente del gomito

L'instabilità del gomito è rappresentata da una lassità dell'articolazione che tende a perdere lo stretto contatto tra le ossa che la compongono. Questa lassità può manifestarsi in determinati e diversi movimenti. Più spesso l'instabilità residua dopo un trauma che ha causato la lesione dei legamenti o della capsula che mantengono i corretti rapporti tra le ossa del gomito.

Il paziente affetto da questa patologia avverte una sensazione come se il gomito volesse uscire dalla sua sede naturale.  

Quando questa sensazione si ripete nel tempo in rapporto a determinati movimenti, la instabilità viene definita cronica o ricorrente.

 

Lesioni del gomito negli atleti lanciatori (overhand)

Alcuni sport che richiedono violente sollecitazioni dell'arto superiore nel gesto del lancio, ma non solo, posso dare origine a patologie da uso eccessivo del gomito.

Si tratta di sport come il baseball, la pallavolo, la pallamano, il sollevamento pesi, il tennis. Tutte queste attività sportive causano delle sollecitazioni ripetute e violente che causano delle microlesioni che l'organismo non è in grado di compensare.

Questo avviene soprattutto in occasione di allenamenti particolarmente prolungati o gare frequenti, durante i quali l'arto superiore è particolarmente impegnato nel gesto sportivo ripetuto.

Se l'organismo non può riposare sufficientemente tra un'attività e l'altra, avviene che le lesioni che si provocano per l'uso eccessivo non hanno il tempo di riparare.

Le lesioni continuano ad evolvere progressivamente se non vengono presi provvedimenti e le conseguenze sull'attività possono essere gravi e irreversibili. 

 

Lussazione e sublussazione del gomito

La lussazione del gomito è una perdita completa dei rapporti tra le superfici articolari del gomito. Una sublussazione invece una perdita parziale dei rapporti articolari.

 

L’uso di cellule staminali per la cura dell’artrosi e delle lesioni cartilaginee.

Cartilagine

Tutti noi cerchiamo di combattere la nostra battaglia contro il passare del tempo e l’inevitabile invecchiamento. Tutti cerchiamo di mantenerci attivi e in salute e soprattutto liberi dal dolore. Cerchiamo di continuare a fare le cose che ci piacciono come camminare, correre, muoverci liberamente, lavorare, tutte attività che richiedono delle articolazioni sane e per questo dobbiamo lottare contro l’invecchiamento della cartilagine delle nostre articolazioni.
Alcune persone sono in grado di svolgere attività fisiche ed essere molto attive fino all’età avanzata. Molti corrono le maratone, vanno in bicicletta fanno camminate in montagna, mentre le nostre articolazioni non ce lo consentono.
Ci sono molti pazienti che giungono alla nostra osservazione clinica in età giovanile o di mezza età che hanno subito delle lesioni articolari e sono preoccupati per le possibili implicazioni future di queste lesioni e quindi sulla capacità di continuare nel tempo le loro attività.
La cartilagine articolare ha capacità limitate di guarigione e rigenerazione. Per questa ragione la scienza è alla continua ricerca di soluzioni. Tra queste vi sono le cellule staminali.
La cartilagine è un tessuto connettivo dell’organismo. Nelle articolazioni ci si riferisce comunemente a quello strato di cartilagine che rappresenta un rivestimento liscio dell’osso, detta appunto cartilagine articolare o cartilagine ialina per la somiglianza con il vetro.
La cartilagine che riveste le articolazioni è estremamente solida e ha le caratteristiche di comprimersi per assorbire l’energia e quindi i carichi articolari. Oltre ad essere robusta è moto liscia e “scivolosa” per consentire all’articolazione di muoversi, quindi di “scivolare”, senza resistenze lungo tutto l’arco di movimento.
Quando la cartilagine articolare viene danneggiata questa superficie liscia può venire a mancare.
Nei traumi articolari una forza violenta applicata all’articolazione può determinare la lesione della cartilagine o la sua avulsione con conseguente esposizione dell’osso al di sotto di essa. Nel caso dell’artrosi la cartilagine che riveste l’osso può assottigliarsi e divenire irregolare. Ne consegue che, con il degenerare della superficie liscia e scorrevole, il movimento articolare diviene dolente e meno fluido. L’articolazione può gonfiarsi e infiammarsi creando problemi per le normali attività.
Oggi vi sono diversi trattamenti per questa condizione patologica della cartilagine, ma questi sono rivolti solo a ridurre i sintomi, cercando di rendere la cartilagine più liscia come si fa ad esempio con gli strumenti dell’artroscopia oppure sostituendo l’articolazione con una protesi.

Rottura del tendine distale del bicipite (al gomito)

È la rottura del tendine del bicipite che si inserisce sulla tuberosità del radio nell’avambraccio. La contrazione di questo muscolo flette e ruota esternamente (supinazione) il polso e la mano.
La rottura del tendine è nella quasi totalità dei casi un distacco dalla sua inserzione sul radio per cause che non sono state ancora ben chiarite. In rari casi la rottura avviene al passaggio tra parte muscolare e tendinea.
La rottura può avvenire dai 20 agli 80 anni, ma è più frequente intorno ai 50 anni.

Rottura rottura cronica (inveterata) del bicipite distale al gomito

Le rotture del tendine del bicipite distale al gomito sono lesioni relativamente rare.
Dalla letteratura si rileva come ogni anno vi sia poco più di 1 lesione di questo tipo per 100.000 persone.
Il trattamento chirurgico precoce, entro le prime tre settimane, ottiene risultati migliori nella resistenza muscolare, nella forza della flessione del gomito di circa il 30% e della rotazione esterna (supinazione) dell’avambraccio di cica il 40%, rispetto al trattamento non chirurgico.
Pertanto, in soggetti attivi, soprattutto se svolgono attività manuali o sportive che richiedono l’uso degli arti superiori, è indicata la reinserzione del tendine del bicipite brachiale alla tuberosità del radio.
Alcuni casi giungono alla nostra osservazione dopo le tre settimane. In questi casi la lesione può definirsi una lesione cronica. Il tendine si ritira nel braccio e il muscolo si accorcia.
Vi sono diversi motivi che possono ritardare la diagnosi e quindi il trattamento. Tra questi il fatto che alcuni pazienti non riconoscono la lesione e pensano che si tratti di un semplice strappo muscolare. Altre volte, solo a distanza di tempo, si accorgono della deformazione del muscolo è che è risalito nel braccio e accorciato. In alcuni casi la lesione è parziale e il muscolo si retrae progressivamente nel tempo. Poiché non sempre il dolore è intenso, i pazienti attendono che passi e assumono antidolorifici. In altri casi ancora, la diagnosi può essere ritardata perché la lesione non viene diagnosticata oppure non viene ritenuta riparabile.

Sindrome del tunnel ulnare (compressione del nervo ulnare al gomito)

Si tratta della compressione del nervo ulnare nel suo passaggio nella porzione posteriore e interna del gomito. È un po’ come quella che si verifica per il nervo mediano al polso che è molto più frequente e che viene definita sindrome del tunnel carpale. Può essere causa di sensazioni fastidiose come intorpidimento o formicolio al dito anulare e mignolo, dolore all’avambraccio e/o debolezza della mano.

Trattamento delle pseudoartrosi (mancata guarigione di una frattura) con cellule staminali

Le sostanze “ortobiologiche” sono un insieme di sostanze impiegate dagli ortopedici per accelerare la guarigione di varie lesioni ossee, muscolari e legamentose. Si tratta di sostanze che sono presenti nell’organismo e che, se usate in concentrazioni più elevate, possono aiutare i processi di guarigione.

Dott. Andrea Miti
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