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Spalla congelata (capsulite adesiva, frozen shoulder)

È una patologia che interessa prevalentemente l’età tra i 40 e i 60 anni ed colpisce circa il 2% della popolazione. Si riscontra più frequentemente nelle donne. Clinicamente la spalla è dolente e progressivamente i suoi movimenti tendono a ridursi nel tempo anche in breve tempo. In alcuni casi la spalla si blocca del tutto a livello della articolazione scapolo-omerale e i suoi movimenti possono avvenire solo tra la scapola e il torace (articolazione scapolo-toracica), consentendo un'elevazione anteriore di circa 90°.

 

 

Anatomia

Anatomia ossea della spalla (visione anteriore e posteriore)

L’articolazione della spalla è costituita principalmente da due ossa che si articolano tra loro: l’omero e la scapola. L’articolazione è rivestita da una capsula con degli ispessimenti che costituiscono i legamenti e hanno la funzione di stabilizzare e mantenere vicine le due ossa. Di norma l’articolazione si muove senza impedimenti e in maniera fluida grazie alle superfici di cartilagine che rivestono la testa dell’omero e la parte articolare della scapola (glenoide). I legamenti, la pressione negativa all’interno dell’articolazione, la conformazione delle superfici articolari e i muscoli mantengono l’articolazione in sede. I legamenti e la capsula articolare in particolare possono essere più o meno lassi e hanno la funzione di mantenere la spalla stabile con la loro tensione nelle varie diverse posizioni, ma d’altra parte anche di permetterne il movimento.

Descrizione

Infiammazione capsulare

Nella spalla congelata viene e a mancare l’elasticità dei legamenti e della capsula che divengono più spessi e meno elastici e si formano delle bande di tessuto meno elastico che riduce il movimento. Come dice il nome stesso della malattia, il problema che la caratterizza è carattezzato dalla progressiva limitazione del movimento sia attivo che passivo. Le cause della malattia non sono ancora state ben comprese. Alcuni soggetti possono esser maggiormente a rischio di sviluppare una spalla congelata. Chi soffre di diabete soffre di queste patologia nel 10-20% dei casi e quindi molto più frequentemente della popolazione in genere. Inoltre possono più frequentemente ammalarsi quelle persone che soffrono già per malattie cardiologiche, o per un iper o ipotiroidismo, o nel morbo di Parkinson.

Ma una capsulite adesiva può insorgere anche in paziente sani a seguito di traumi a volte anche modesti che il paziente ricorda con difficoltà e solo dopo essere stato stimolato a pensarci. Eseguire un lavoro ripetitivo con il braccio, mantenere a lungo una posizione della spalla mentre si svolgono attività lavorative, subire modesti, ma ripetuti traumatismi della spalla possono portare all’insorgenza di una spalla congelata. L’immobilizzazione dopo una frattura, una contusione, un intervento possono rappresentare la causa o la concausa dell’insorgere di una spalla congelata. Per tale ragione oggi si cerca di ridurre al minimo le immobilizzazioni sia dopo i traumi che dopo gli interventi chirurgici.

La malattia comincia con dolore che si accentua progressivamente e il movimento che diviene sempre più limitato nel corso di un periodo che può essere anche molto lungo da un mese ad anche fino dieci mesi. Poi il dolore tende a ridursi, ma resta la limitazione del movimento. Quindi, dopo un periodo variabile di circa 6 mesi nel quale il dolore diminuisce, ma restano le limitazioni con difficoltà a svolgere anche le normali attività di tutti i giorni e lavorative, si ha un progressivo miglioramento del movimento che può durare da un minimo di 6 mesi ad un massimo di oltre 2 anni. Il movimento in genere riprende progressivamente , ma non sempre la spalla si muoverà come prima. È possibile che delle limitazioni di alcuni movimenti rimangano.

 

Diagnosi

La diagnosi è basata sulla descrizione dei sintomi della malattia ed in particolare il dolore e la limitazione dei movimenti della spalla che si manifestano in tempi brevi di circa 15 giorni. Ogni volta che si viene visitati dallo specialista questi di norma annota il grado di movimento per valutare, nei controlli successivi, se vi sono stati dei miglioramenti.

Esami strumentali
Non vi sono esami strumentali specifici per diagnosticare una spalla congelata. Le radiografie possono escludere altre patologie o confermarle, come ad esempio nel caso di un’artrosi della spalla o di una frattura. La risonanza magnetica può evidenziare meglio delle patologie a carico della parti molli come tendini e muscoli, ma non dà sicure informazioni rispetto a quello che è lo stato della capsula articolare.

Cura

La spalla congelata è una patologia che tende a guarire spontaneamente, ma, se da un lato insorge molto rapidamente, dall'altro guarisce molto lentamente. Lo scopo del trattamento è, nelle fasi iniziali, quello di ridurre il dolore e soprattutto mantenere il più possibile il movimento. Questo, in genere, si ottiene con la fisioterapia. Molto spesso i pazienti giungono all’osservazione dello specialista quando il movimento è già limitato e il dolore è in parte diminuito, quindi dopo circa 15-20 giorni dall’inizio dei sintomi. È comune il fatto che il paziente, poiché non ha subito o non ricorda eventi traumatici acuti anche modesti, pensando che si tratti di un problema che si risolverà con antidolorifici e con il riposo, tende a sottovalutare i sintomi.

Trattamento conservativo

Esercizi riabilitativi di "ortoterapia"

Data la tendenza alla guarigione nella maggior parte dei casi di spalla congelata, il trattamento iniziale è sempre fisioterapico per mantenere il movimento e di controllo del dolore. Nelle fasi iniziali, quando il dolore è intenso è possibile assumere farmaci antidolorifici e antiinfiammatori non steroidei che tuttavia hanno solo un effetto parziale quando il dolore è molto intenso. Le infiltrazioni di cortisone possono dare un beneficio temporaneo del dolore consentendo di eseguire i movimenti con minor dolore. Tuttavia nelle fasi più avanzate della malattia, quando il dolore è migliorato spontaneamente, hanno un minor significato. Il trattamento di scelta è sempre la fisioterapia che deve tendere al miglioramento del movimento e, nelle fasi iniziali, serve ad evitare che il movimento peggiori. Gli esercizi devono essere specifici per i singoli movimenti e devono essere insegnati correttamente da un Terapista della Riabilitazione. Inoltre non è sufficiente eseguire gli esercizi solo con il terapista per 2-3 volte a settimana, ma questi vanno eseguiti a domicilio più volte al giorno autonomamente. Lo scopo è quello di contrastare la retrazione della capsula articolare e dei legamenti o, in fase più avanzata, di stirare le stesse strutture, allungandole, per recuperare il movimento.

Trattamento chirurgico

Immagine artroscopica di spalla normale e infiammata

Quando la terapia conservativa non ottiene risultati soddisfacenti e la limitazione del movimento permane anche se viene eseguita una corretta fisioterapia per un congruo periodo di tempo di qualche mese, allora si può ritenere indicato un trattamento chirurgico. Trattandosi di intervento chirurgico questo non è privo di possibili complicanze comuni a tutti gli interventi. Le tecniche chirurgiche hanno lo scopo di restituire il movimento alla spalla. Tra questi metodi la mobilizzazione in narcosi, quindi in anestesia, consente di “rompere” quelle aderenze che bloccano il movimento. In pratica la spalla viene mobilizzata mentre il paziente è in anestesia e quindi non avverte dolore. In alternativa la capsula può essere sezionata con tecnica artroscopica, ovvero introducendo nell’articolazione una sonda con telecamera e sotto controllo visivo sezionando la capsula retratta.

Risultati

Dopo il trattamento chirurgico si deve necessariamente proseguire la fisioterapia per evitare che la spalla si blocchi nuovamente perdendo il movimento ottenuto. Anche dopo l’intervento il recupero del movimento è lento e richiede qualche mese per migliorare. Anche in caso di intervento chirurgico non sempre il movimento recupera completamente e quindi si deve mettere in preventivo che alcuni gesti estremi non saranno più possibili. Raramente la spalla congelata può recidivare e quindi ripresentarsi nello stesso paziente. In genere anche in questi rari casi i pazienti diabetici sono più a rischio.

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Dott. Andrea Miti
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